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Ivan Ferrarotti svela le caratteristiche della Clio R3T

Il campione italiano Produzione ci racconta le prime impressioni sulla nuova vettura di casa Renault, con la quale fra tre settimane inizierà la difesa del titolo.

E’ sicuramente uno dei nuovi modelli più interessanti che si stanno affacciando nel panorama rallystico nazionale, la Clio turbocompressa. Uno dei vari, buoni motivi che spingeranno gli appassionati a seguire le gare di questo 2015. Ma intanto c’è qualcuno che la Clio R3T ha già avuto modo di saggiarla: è Ivan Ferrarotti, che peraltro è uno dei piloti più accreditati per raccontarci non solo le prime impressioni regalategli dalla nuova auto, ma soprattutto per fare un confronto tra la Clio che ha caratterizzato il trofeo top Renault negli ultimi anni e quella che ne sta raccogliendo il testimone.

Che sensazioni ti ha dato la Clio R3T?
“Direi ottime, anche se ho fatto pochi chilometri. Sono rimasto molto contento: è chiaramente un’auto con un grande potenziale, ma mi ha impressionato vedere che la base di partenza è già decisamente buona. Certo, ci sarà da lavorare, sia per sviluppare la macchina, sia per adattarla alle nostre strade, ma davvero non mi aspettavo una macchina così, capace di dare subito grande sicurezza”.

Entriamo un po’ nei dettagli.
“Diciamo che, diversamente dalla Clio R3C, quella turbocompressa deriva solo in minima parta dal modello stradale; soprattutto a livello di meccanica. Questo vuol dire che ho trovato una vera macchina da rally, in particolare nell’assetto. E’ un’auto stabile, che ti mette molto a tuo agio. Anche la frenata è incredibile: con i freni maggiorati, mi dicono che non si vada più in crisi. In ogni caso, la frenata infonde grande sicurezza, è davvero eccellente. Mi ha stupito anche il turbo, perché non dà la botta secca ed è molto ben utilizzabile, a tutto beneficio del motore, ora molto potente e per niente brusco. In generale, la Clio R3T è molto interessante sotto ogni aspetto: non dimenticherei l’elettronica, con la presenza del launch control di gestione della partenza i quattro step dell’anti-patinamento”.

Alla vigilia, eri magari un po’ preoccupato per via del turbo.
“Sì, perché avevo guidato la Megane ed era stata un’esperienza particolare, se non altro perché costringeva ad una guida molto diversa da quella a cui ero abituato con la Clio aspirata. Qui invece ho trovato appunto un turbo molto progressivo, che spinge in modo omogeneo dai bassi agli alti regimi. E’ una bella spinta, piena e potente, ma non mette in difficoltà, permette di sfruttare bene il motore. Poi, chiaramente, bisognerà vedere che risposta darà in condizioni particolari, ma meglio di così davvero non avrei potuto sperare”.

Azzardiamo un primo confronto con la Clio R3C?
“In termini di guida, con la R3T abbiamo fatto un passo avanti senza che questo significhi snaturare il proprio stile di guida. E’ meglio perché è più potente ma anche più stabile ed ha una gran frenata. Mi verrebbe da dire che è una piccola S2000: essendo a passo lungo, tende meno a ‘partire’, ma chiaramente c’è da capire il limite e qui verrà il difficile. Come guida, però, non è che cambi molto rispetto alla macchina aspirata. Sinceramente, temevo non fosse così. Invece, anche con questa si frena praticamente dentro la curva, non è come con la Megane che, per via del ‘bang’, eri portato ad anticipare la frenata. E la Megane aveva anche quel ritardo del turbo che invece, come detto, non c’è più…”.

Dove pensi che ci siano i maggiori margini di sviluppo?
“Poiché mi pare che sia una macchina ottima in stabilità e già più che buona in inserimento e frenata, direi che sarà fondamentale avere motricità. Dobbiamo trovare l’assetto che consenta di mettere a terra i cavalli appena esci dalla curva ed evitare che, per via della risposta del turbo, capiti di perdere l’avantreno, soprattutto sul lento. In ogni caso, appunto, siamo solo all’inizio di un lungo cammino: sono contento di essermi trovato subito a mio agio, ma ora c’è da portare avanti lo sviluppo e io stesso devo capire bene il limite della macchina, come va su strade più tortuose o sconnesse. Ho bisogno di starci su ben più dei pochi chilometri fatti…”.

Prima del Ciocco, infatti, contrariamente a quanto ipotizzato in un recente passato, sarai alla Ronde delle Miniere.
“Un test utile per proseguire nel processo di apprendimento, oltre che per riprendere il ritmo gara dopo quattro mesi d’inattività. Proveremo soluzioni, vedremo magari se queste buone sensazioni troveranno il conforto del cronometro o meno”.

A proposito: ipotizzando una situazione di gara vera, oggi, credi che la R3T sia già più competitiva della R3C?
“Siamo nel campo delle ipotesi e in questa dimensione ti rispondo: è possibile che, soprattutto in certe condizioni, possa capitare. Però la nuova macchina è destinata ad andare molto più forte e credo che ci vorrà poco tempo perché questo accada regolarmente. In ogni caso, se al Miniere ci sarà Tosi con la R3C, sarà un ottimo riferimento per capire a che punto siamo”.

E poi sarà subito bagarre al Ciocco. A quanto pare, avrai forse pochi avversari, ma troverai a sfidarti nomi illustri.
“Scattolon, forse Andolfi, dicono pure Rossetti. Un trofeo che forse non avrà tante macchine - come anche prevedibile per tanti motivi, al primo anno – ma, se i nomi saranno davvero questi, ovvero tutti prioritari, sarà di ottimo livello. Se ci sarà Rossetti, sarà un grande stimolo. Un paragone importante, che permetterà di capire a che livello si è, qual è il limite. Un confronto che andrebbe a tutto beneficio della mia crescita, oltre che quella del trofeo e della nuova Clio”.

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